Il ruolo di seconda le sta stretto. Adidas, numero due al mondo nella produzione di scarpe e abbigliamento sportivo, punta in alto. E, senza nascondere le sue mire, ha comunicato l’intenzione di voler scavalcare la storica rivale Nike per sedersi sul trono di leader dello sportswear. La data per il sorpasso è fissata al 2015, anno in cui il gruppo tedesco stima di raggiungere un giro d’affari di 17 miliardi di euro, pari ad un incremento del 4045 per cento rispetto ai risultati 2010. Ad annunciare l’ambizioso progetto ci ha pensato l’amministratore delegato del gruppo, Herbert Heiner che, lunedì scorso, di fronte alla comunità finanziaria, è andato oltre le dichiarazioni d’intenti, anticipando i numeri della crescita per il prossimo quinquennio. “La nostra aspirazione è quella di fare meglio del mercato in cui operiamo, per il quale stimiamo un progresso annuo del 4 per cento”, ha detto Haider, specificando che, nello stesso periodo, la società prevede di mettere a segno un progresso dei profitti del 15 per cento annuo e raggiungere un margine operativo che, nell’ipotesi più pessimistica, toccherà l’11 per cento entro il 2015 (5,05 per cento lo scorso anno). “Gli obiettivi sono ambiziosi ma alla portata del gruppo, che gode di un ottimo posizionamento nel suo settore per via del suo mix di prodotti “, ha detto alla Bloomberg Klaus Kraenzle, un analista presso la Silvia Quandt & Cie. Opinione condivisa dagli analisti di Deutsche Bank, che si dicono favorevolmente colpiti dal programma di crescita. “Adidas non solo ha ben chiare le sfide principali che dovrà affrontare nei prossimi anni, ma ha predisposto un piano d’azione preciso e puntuale per raggiungere il traguardo”, scrivono in un report gli esperti della banca tedesca, che sui titoli del gruppo mantengono il rating “hold” con un prezzo obiettivo fissato a 45 euro, sotto le quotazioni della scorsa settimana, quando un azione Adidas valeva intorno ai 47 euro.
Dal punto di vista geografico, la società tedesca conta di rafforzare la sua posizione soprattutto in Nord America, Russia e Cina: entro il 2015 – fa sapere – queste tre aree rappresenteranno circa metà del fatturato complessivo. Per far questo la società ha predisposto un massiccio piano di aperture, con l’inaugurazione di 2.500 nuovi punti vendita in Cina e il rafforzamento del market share in Russia (+10 per cento per arrivare a controllare il 70 per cento del mercato).
Promozione a voti pieni sulla “Route 2015”, come è stato battezzato il piano quinquennale, è arrivato infine dagli analisti di Nomura. “Siamo favorevolmente colpiti dai dettagli comunicati dal gruppo in merito al piano di sviluppo dei singoli brand e dei mercati in cui opera”, mettono in evidenza gli analisti della banca giapponese, comunicando di aver rivisto al rialzo le stime sui profitti per azione nel biennio 20102001, rispettivamente del 2 e del 6 per cento come conseguenza dei nuovi target di crescita delle vendite. Prospettive più rosee arrivano anche sul fronte del titolo, il cui target price è passato a 50 euro dai precedenti 48 euro con un giudizio di acquisto confermato a “buy”.

(Repubblica Affari e Finanza del 15-11-2010)